“Accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso.”
(Primo Levi)
Agnese se ne stava in piedi sotto il sole di ottobre, le braccia distese lungo i fianchi, le mani aperte rivolte verso la montagna.
Respirava odore di sudore e di polvere, ma non era suo, di suo c'erano solo le lacrime che scendevano silenziose e lente, lente come il tempo che le scorreva intorno.
Aveva litigato con Luca ieri sera, poco prima di cenare, per quello stupido tavolo nuovo.
Lei lo voleva quel tavolo, sembrava così importante ieri sera; acquistarlo, anche se non necessario, solo il piacere di averlo e di spuntarla con lui.
Ora non c'era più il tavolo, non c'era più Luca, non c'era più casa, non c'era più niente.
C'era solo lei sotto un sole di Ottobre che sembrava più di primavera che di autunno.
E c'era la polvere, tanta polvere, lei ce l'aveva addosso, nella mani, nel viso, nei capelli, nell'anima.
Respirava odore di sudore e di paura per quei secondi durati ore, che si erano portati via Luca, il tavolo, le notti calde, le serate davanti alla tv e quell'amore fatto di sorrisi e gite in moto.
Agnese se ne stava in piedi davanti alla montagna con il viso rivolto verso il sole.
Non voleva più sentire l'odore di polvere e sudore, così smise di respirare.
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