Ad ognuno i suoi castelli di sabbia
Ognuno di noi ha un talento: una predisposizione innata, un dono naturale e particolare che ci rende superbi nel realizzarlo e dannatamente felici.
Che sia districarsi tra pentole e fornelli, dipingere quadri, progettare aerei o costruire castelli di sabbia, nel momento in cui noi lo usiamo, lo concretizziamo, noi siamo realizzati.
Completi.
Troppo spesso il talento è imprigionato dietro le sbarre del perbenismo, dell'educazione e del dovere familiare o sociale.
Così mancati veterinari si ritrovano avvocati infelici nello studio paterno, hostess che volano solo nei sogni mentre distribuiscono lettere e pacchi, viaggiatori immaginari in fila nel traffico dei desideri irrealizzati.
Io e il mio talento siamo rimasti in silenzio per anni.
Avevano scelto cosa era meglio per me, senza chiedermi cosa volessi io, chi ero io.
Forse non dovevano nemmeno chiedermelo.
Dovevano solo guardare, guardare e "vedere".
Il meglio per gli altri è troppo spesso il meglio che avremmo voluto per noi senza essere stati in grado di ottenerlo.
L'errore più grande è l'aspettativa che altri realizzino i nostri non vissuti.
Ad ognuno la sua storia.
Ad ognuno i suoi castelli di sabbia.
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