Voglio raccontarti o Dio, di un nuovo amore e di una nuova storia ma soprattutto di una nuova donna. Anche se tu già sai tutto e hai una parte in questo, voglio raccontarti cosa ho scoperto, visto ed ascoltato, mentre camminavo senza meta attraverso una nebbia fittissima. Ti parlo di Lei, tulipano fragile e profumato, indomito e coraggioso, che poggia le sue radici su di un soffice terreno di argilla, ma che svetta impavido e luminoso su tutti gli altri fiori che, seppur doni del tua stessa mano, ne osservano stupiti la dolce bellezza che non possono ahimè eguagliare. Le sue parole, seppur lievi e quasi sussurrate, si infrangono nella mia anima come onde giganti che spazzano via ogni accenno di debolezza o lamento che le mie labbra vorrebbero far trapelare; ascolto in silenzio le gocce di dolore disperazione e speranza che, una ad una, riempiono il mio cuore fino a traboccare in un vortice di emozioni che non riesco a controllare, ed a stento, sopportare. Le hai strappato un petalo, un altro, come se già non ti fosse bastato vederla oscillare così pericolosamente lungo il suo cammino, in balia di un mare mai calmo. Ma forse non avevi previsto che la rabbia e il dolore potessero tramutarsi in forza e speranza, e che lacrime di angoscia e sofferenza divenissero linfa vitale per ridare vita a radici stanche e arse. Lei piange e piangerà ancora. E ancora sarà sempre troppo. Ma nemmeno me avevi previsto, e di conseguenza Noi....e noi, sappilo, siamo già volati oltre ciò che le hai voluto togliere, noi adesso siamo pace e gioia, carezze e sorrisi, noi siamo volati verso quella meta che molti possono solo vedere all'orizzonte, ma che noi sorvoliamo leggeri sulle ali di un Amore che ci ama aldilà dei nostri fragili corpi.
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