"Ci siamo scelti sicuramente per affinità, per somiglianza e, se il caso ci ha fatto incontrare, l'affetto ha consolidato l'unione."
Grazie ad una mia amica, ho avuto l'opportunità di leggere un articolo della giornalista Annalisa Camilli sull'iperfamiglia, ovvero la rete di relazione con persone, così importante ed intesa da avere connotati di famiglia, pur non avendo caratteristiche di consanguineità.
L'articolo mi è piaciuto moltissimo, sopratutto la definizione "iperfamiglia". Il prefisso iper significa sopra, oltre e questo oltre, oltre la famiglia, da il giusto senso di importanza a questo legame cosi particolare.
Io dentro una iperfamiglia ci vivo FELICEMENTE da 18 anni. Noi, all'epoca, abbiamo coniato il termine più semplice di Grande Famiglia: la GF. Noi non ci siamo scelti per razionalità, ragionamento o mero opportunismo. Ci siamo scelti sicuramente per affinità, per somiglianza e, se il caso ci ha fatto incontrare, l'affetto ha consolidato l'unione. A differenza della famiglia di sangue che ti trovi bella impacchettata, l`iperfamiglia è una libera scelta, di cuore innanzi tutto, basata sul rispetto reciproco e l'accettazione incondizionata dell'altro, elemento fondamentale per qualsiasi e, ripeto qualsiasi, relazione funzionale e funzionante. Siamo un banco del mutuo soccorso nei momenti di bisogno, anche quelli meno critici, siamo convivialità e condivisione e non siamo soffocanti o soffocati. Ognuno vive la propria vita con la consapevolezza che gli altri comunque ci sono. Una presenza assenza che rende tutto leggero.
La Grande Famiglia è la mia nuova famiglia, quella senza ruoli, senza doverismo, quella dove liberamente posso essere veramente me stessa, cosa che non sempre succede dentro la famiglia di sangue.
In un momento di solitudine obbligata come quello che stiamo vivendo, curare la reti di affetti lontani è terapeutico, perché la mia Grande Famiglia è una scelta. Una scelta felice.
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