"...ero un libro di sole pagine bianche..."
Sulla soglia di casa, pronta ad uscire si volta ed esordisce: “Quando si dice che una ci nasce con i sensi di colpa!”
Sono le otto e un quarto del mattino e scoppio in una sonora risata.
Esce anche lei con il sorriso. Il fatto che quella sottile ironia, la battuta sempre pronta a sdrammatizzare le ha ereditate da me, mi rende orgogliosa, come se avessi fatto davvero qualcosa di buono nella vita!
Stasera le spiegherò con calma, che non è affatto vero: i sensi di colpa non sono una patologia genetica, sono un'acquisizione.
Sono nata in una freddissima giornata di dicembre, ero un libro di sole pagine bianche, bianche come la neve che alta era caduta in quei giorni. Fiumi di inchiostro vi sarebbero stati scritti, tante parole che sono andata raccogliendo mentre respiravo la mia vita, ma le prime, le prime importantissime, non erano mie.
Qualcuno le ha incise in quella pagina bianca per me: dovere, sacrificio, rinuncia.
Grazie a loro sono diventata una guerriera, infelice, ma combattente. Ho perso la capacità di lasciarmi andare, soffocando la parte eterea e ribelle a vantaggio della coerenza e della razionalità.
Così ho guadagnato un gran carattere e una grande sofferenza. Ciò che desideravo era sempre il contrario di quello che andava fatto. E io dovevo scegliere: testa o cuore?
Era testa per il dovere, era testa per il sacrificio ed era ancora testa per tutte le rinunce. Così la mia vita passava mentre attraversavo infiniti ponti sul fiume dei miei rimpianti.
Tanta testa e tante lacrime dopo, mi sono innamorata e non ci volevo credere e non volevo che accadesse, ma in mezzo al petto avevo una musica assordante, che non capivo e non volevo nemmeno che suonasse.
Poi è arrivato quel momento magico in cui non importa più quante pagine hanno scritto, quanto inchiostro ci hai versato tu, importa solo quella musica: se il mio cuore batteva così forte, aveva sicuramente qualcosa da dirmi.
Così il cuore ha imparato a vincere qualche battaglia, ma la guerra è lunga. Capita che le giornate siano fredde, che scenda di nuovo la neve e il libro si apra a quella prima pagina.
Ciò che è inciso, non si cancella, ma fa meno male se ci ridi sopra alle otto e un quarto del mattino.
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