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Immagine del redattoreViola Monnalisa

NUOVI INIZI

Dedico questo articolo all'unica persona che più mi allontana, più mi fa avvicinare.

"I nuovi inizi hanno il sapore amaro di ciò che abbiamo perduto..."

Stava seduta davanti a me, le gambe di traverso sulla sedia e lo sguardo fisso oltre la finestra aperta su un’estate troppo calda.

Parlava e piangeva con l’immancabile sigaretta tra le mani, le lacrime le facevano scendere gli occhiali sul naso.

“Credevo che trasferirmi nell'appartamento fosse un nuovo inizio, invece dovrò pensare ad un nuovo nuovo inizio”.

Io la guardavo col cuore così stretto da farmi male, avrei voluto urlare, avrei voluto stringerla a me e avrei voluto cancellare tutto il dolore con quell’abbraccio. Invece son rimasta a guardarla, in silenzio, mentre dentro la mia testa si proiettava il film di tutti i miei “nuovi, nuovi inizi”.

Quando ho dovuto lasciare la mia casa di ragazza per avventurarmi dentro un matrimonio non mio, quando ho abbandonato la scuola per ritornarvi adulta adolescente sola ed emarginata, quando ho guardato sigillare la bara di mia madre pensando che era davvero finita un’epoca della mia vita, quando la malattia mi aveva avvolta dentro le sue sabbie mobili, quando sono stata rifiutata perché troppo o troppo poco e tanti altri spezzoni di immagini distanti, ma legate insieme.

Ogni volta io ho perso.

Rifiuto, rabbia, negoziazione, depressione, accettazione: le cinque fasi canoniche dell’elaborazione della perdita. Nei miei personali processi, ho fatto un po' di casino: sovvertendo la sequenza, aggiungendo e modificando secondo le mie esigenze.

Ho barato.

Barare significava combattere la paura che mi attanagliava, adattarmi ai cambiamenti e cercare di sopravvivere agli eventi che non ero in grado di controllare.

Barare ha significato riemergere, accettare la realtà oggettiva per poi cambiarla, ascoltare l'istinto e giocare con il talento.

Barare significa accorciare la durata del dolore, gestire la rabbia, prendere coscienza e con quella rabbia, incavolata nera, combattere e ricominciare.

I nuovi inizi hanno il sapore amaro di ciò che abbiamo perduto, il dolore sottile per chi ci ha abbandonato, la nostalgia penetrante per chi abbiamo lasciato, la rabbia che toglie il fiato per l'impotenza di non poter cambiare gli avvenimenti. Sono gli elementi essenziali, che, mischiati tutti insieme, formano il cocktail giusto per il nuovo inizio. Il mio.

Continuo a guardarla, riaccende un’altra sigaretta, si soffia il naso e finalmente tace.

“Se cambi la prospettiva, i nuovi inizi diventano una bella opportunità. Si, lo so che detto ora non ha molto senso, ora fa male e tutto sembra perduto, ma bisogna vacillare per trovare l’equilibrio, bisogna sbagliare per comprendere qual’è la cosa giusta per noi. Per vincere bisogna credere di vincere e se non ci crederai abbastanza, lo farò io per te”.

Un buon nuovo nuovo inizio è nello sguardo di chi vede in te ciò che tu non riesci a vedere.

Se sei meno cieco, trovi meglio la strada.

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