Ho letto un sacco di libri.
Che vuoi o non vuoi ti rimangono addosso, fermi, immobili, ti porti appresso quella frase, ti immagini quel tono di voce, ti identifichi in quel Lui che non è mai esistito ma lo cerchi tra la folla e un bel giorno incroci i suoi occhi .
Scrivo e mi armo.
Ma mi armo di cosa, poi? Che qua fan tutti la pace, in cambio di bombe.
Sono questa, ho letto libri, ho scritto cose, ho faticato ed ho bevuto l'acqua del mare. Che , salata com'è, ti fa venir voglia di berti tutta l'acqua più limpida del mondo.
Io sono le mie poesie, quelle di bambina un po' sognante, che parlava di farfalle che dovevano essere liberate.
Una mia insegnante mi disse che avrei fatto grandi cose con le parole, ma io ci faccio grandi disastri. Forse ci aveva preso anche lei, magari non è il momento.
Ed il momento è una gran colpa, che' non lo sai mica quando arriva e quale sia. Li prendi tutti, a volte, i momenti. Li lasci andar via tutti, altre volte.
Una signora mi raccontò una volta che aveva avuto paura di morire, durante la guerra, ma che morta non era, allora era diventata fervente cattolica. Ed io mi son chiesta perchè mai la gente deve per forza ringraziare qualcuno, dopo . Parlo io, poi, che ringrazio chiunque, prima.
Oggi si sta bene qui, e questo è un discorso interrotto da altri cento discorsi, ma è qui.
E forse la Storia non è quella vecchia antipatica di sempre, magari è un nuovo inizio nascosto e la gratitudine non costa nulla , ma vale più di tutte le ricchezze del mondo ...
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